Incompetente avidità e fattori concomitanti.
La settimana entrante è la sedicesima dal minimo del 5 agosto.
Come lettori di Traders’ Magazine, molti ricorderanno che la nostra statistica ciclica sull’S&P500, da minimo a minimo ha normalmente una dimensione di 15/16-23/24 settimane.
L’inizio, piuttosto precipitoso, della discesa iniziata dopo il top dell’11 novembre, potrebbe essere il ribasso che fa concludere il ciclo in corso.
La volatilità è aumentata in modo significativo nella giornata di venerdì 15 novembre, toccando quota 17.50 sul Vix.
Questo articolo vuole essere un ulteriore completamento delle analisi effettuate sugli articoli pubblicati nei giorni scorsi:
in particolare: https://www.traders-mag.it/sell-off-di-ieri-ha-un-perche/
e inoltre: https://www.traders-mag.it/sp500-disegna-una-parabola-e-ora/
Nelle nostre statistiche, abbiamo classificato il Vix con valori precisi.
Il livello 12.62 è per noi il livello di confine fra la bassa e la bassissima volatilità. Sopra è bassa, sotto è bassissima.
La bassissima volatilità ostacola la operatività in opzioni, per strategie che intendono guadagnare dal passare del tempo: la rende meno redditizia, anche se meno rischiosa.
Il livello 18.86 è la barriera opposta: ovvero il confine fra volatilità intermedia e volatilità alta.
L’operatività in opzioni sopra 18.86 potrebbe essere molto più redditizia, ma a prezzo di un rischio così elevato, che ci dissuade dall’andare a mercato.
A metà strada fra i due livelli critici esposti sopra c’è 15.74: possiamo considerarlo come lo sparti-acque di una volatilità medio bassa, fino a 12.62, oppure medio-alta fino a 18.86.
A fronte di una rottura chiara e conclamata del livello 15.74, aggiungere una strategia di contrattacco alla volatilità può essere quanto mai opportuno.
Se la rottura del livello 15.74 si accompagna ad uno o più dei seguenti fenomeni, allora il rischio è da giudicare più alto:
1) Inversione della curva delle due prime scadenze prossime dei future del Vix da Contango a Backwardation: quindi valori negativi nella sottrazione algebrica del valore della seconda scadenza rispetto alla prima.
2) Inversione potente della curva nel Volatility Flow Index, nostro indicatore, spiegato nelle lezioni di Classroom.
3) Violazione al ribasso del livello 0.0150, o inferiori, nel Volatility Flow Index.
4) Stagionalità tendenziale di rialzo della volatilità.
5) Verificarsi di fenomeni contraddittori nella quotazione delle opzioni, a scadenza consecutiva (ad esempio di venerdì in venerdì).
Nella situazione attuale, venerdì scorso 15 novembre, si sono verificati tre di tali fenomeni (il primo, il secondo e il quinto, quest’ultimo segnalato da tempo).
Il superamento di quota 15.74 è stato quindi accompagnato da altri indicatori che accentuano la probabilità di un rischio elevato.
La strategia posta in essere a compensazione di tale situazione è un primo back spread con rapporto 1 a 3, effettuato sulle put.
Tale modalità strategica vende una opzione put ad un delta triplo rispetto a 3 opzioni put acquistate più in basso.
Il senso logico è quello di fornire un finanziamento alle opzioni put acquistate, creando una situazione di reazione Vega positiva a fronte di un ulteriore aumento della volatilità.
La scadenza attivata è a 7 mesi, giugno 2025.
La scelta della scadenza, su tali strategie, è molto discrezionale. Una scadenza più breve può avere maggiore reattività ma sconta un time decay, molto più elevato.
Il decadimento temporale è, in realtà, il vero punto debole di strategie di questo tipo: più costano, più sono efficaci quando entrano in azione, e più sono potenzialmente esposte al passare del tempo, quando non sono utili a compensare l’aumento della volatilità.
In articoli successivi approfondiremo ulteriormente la tematica delle strategie Anti-Volatilità, parte tematica essenziale delle strategie contenute nei nostri percorsi formativi Anti-Crash.
Maurizio Monti
Editore
Traders’ Magazine Italia